Il punteruolo rosso

04.12.2013 18:42

 Il punteruolo rosso o Punteruolo delle palme (Rhynchophorus ferrugineous Olivier, 1790 - Coleoptera Curculionidae) (foto 2) fa parte di quella schiera sempre più folta (approfondiremo in uno dei prossimi blog) di parassiti alloctoni che devastano le nostre essenze vegetali, ovviamente indifese contro di essi data la storia evolutiva senza punti di contatto. Nonostante la sua introduzione relativamente recente in Italia (2004, segnalato a Pistoia in un vivaio su una partita di palme provenienti dall'Egitto, dove il Punteruolo si era già diffuso dal suo areale di origine, cioè il Sud-Est asiatico), la sua presenza nelle regioni più calde (Sicilia, Campania, Puglia e Lazio) è oramai consolidata. Ho personalmente verificato, anche durante i mesi freddi -foto 1, Dicembre-, la presenza del coleottero su una palma in ogni fase del suo sviluppo tranne le uova, il che quindi lascia presupporre che gli attacchi proseguano ininterrottamente durante l'arco dell'anno, seppure con un rallentamento nel ciclo biologico durante l'inverno.

foto 1

Morale: nel giro di un anno o due le piante attaccate muoiono. Infatti, una volta emersi, gli adulti non tendono ad allontanarsi e quindi depongono le proprie uova (200-300 per femmina) sulla stessa pianta ove sono nati, fino a provocarne la morte per disidratazione o per collasso del fusto subito sotto la corona delle foglie (foto 4). Le larve appena sgusciate iniziano a scavare le loro gallerie nutrendosi dei tessuti in cui scavano; se la palma attaccata appartiene al genere Phoenix e similari lo scavo in genere inizia nel rachide fogliare e progredisce fino a spostarsi, aumentando le dimensioni delle larve (5 cm a maturità), nel fusto, rimanendo però nella zona subito sotto a quella di accrescimento della palma; i fasci vascolari che trasportano l'acqua alle foglie vongono interrotti dalle gallerie larvali, per cui la chioma collassa e si dissecca assumendo la caratteristica forma ad ombrello. Nel caso di Chamaerops spp. (tutte le foto sono scattate su C. humilis) e Woshingtonia spp. (mi riferisco a questi tre generi di palme perchè sono i più diffusi nei nostri giardini, ma il Punteruolo attacca molte altre palme e non solo) l'attacco avviene direttamente al fusto e le larve scavano nella zona sotto la corona di foglie fino a provocarne la rottura (si spezza al vento) per indebolimento della struttura. A questo punto gli adulti migrano alla ricerca di altre vittime, senza tuttavia allontanarsi troppo. 

L'attacco parassitario è generalmente asintomatico fino a quando non comincia ad essere già troppo tardi per intervenire. Su Chamaerops spp., dato che queste palme sono ramificate e non hanno quindi un unico apice vegetativo (come per es. in Phoenix, morto il quale la pianta smette di accrescersi e muore), si possono salvare le ramificazioni non ancora sintomatiche capitozzando quelle attaccate. Per riconoscerle si può osservare la zona attorno all'attaccatura delle foglie al fusto (foto 3): se vi sono le gallerie larvali si potranno osservare dei glomeruli di rosura e feci. Inoltre è probabile che le larve, nella loro attività trofica, abbiano attraversato una foglia prima che si schiudesse, per cui una volta distesa questa presenterà una serie di fori a ventaglio sul lembo fogliare (foto 5). Infine ho notato che difficilmente, per quanto riguarda le Phoenix, vengono attaccate se il loro fusto non supera gli 1,5-2 metri.

La lotta è difficile data la tardività dei sintomi ed il suo costo. Il metodo migliore è la sorveglianza delle piante con il monitoraggio del punteruolo integrato a dei trattamenti biologici con nematodi parassiti (efficace praticamente al 100 %), ma è necessario rivolgersi ad un professionista ed il metodo non è certo fai da te. I trattamenti chimici preventivi sono dei palliativi, a meno che non siano costanti e calendarizzati su piante sane da un esperto (alto impatto ambientale). I trattamenti endoterapici hanno dato dei buoni risultati, ma anche qui è necessario l'intervento di esperti ed un solo trattamento è generalmente inutile; considerando che il loro costo supera i cento euro e moltiplicandolo per i trattamenti necessari, non è infrequente che il loro costo complessivo superi quello delle piante da trattare. In buona sostanza se le vostre palme appaiono attaccate non sprecatevi con saccenti giardinieri che vi propongono trattamenti chimici miracolosi, perché sono inutili; piuttosto rassegnatevi e provvedete al più presto all'eliminazione della pianta infestata: la Regione Puglia impone infatti la lotta ed eventualmente la distruzione delle piante (v. link sotto, pag. 212)!  

www.regione.puglia.it/index.php?page=burp&opz=getfile&anno=xliii&file=N24_16_02_12.pdf -